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FaceMouse: come poter usare il mouse senza mani!
La riconoscenza e il sorriso nelle persone è impagabile, soprattutto se proviene da persone diversamente abili che sono riuscite finalmente a trovare lo strumento per utilizzare il mouse senza mani.
FaceMouse è stata la soluzione per tanti, anche per disabili motori gravissimi.
Come l’acqua prende la forma del suo contenitore, FaceMouse infatti è un software che si adatta alla persona riuscendo così a farle utilizzare il computer muovendo il mouse senza mani, dandogli la possibilità di comunicare con tutto il mondo.
Mai come nel caso dell’Ing. Soria Simone, tetraplegico e in carrozzina, una personale esigenza si è trasformata in una forte spinta per intraprendere un progetto di vita ben preciso.
FaceMouse nasce infatti come sua tesi di laurea in Ingegneria Informatica e, in quasi 15 anni, diventa potente strumento in tutta Italia,Europa e Giappone per aiutare le persone disabili ad usare il mouse senza mani.
Questo software è in grado di “catturare” con la webcam un qualsiasi movimento della persona (naso,bocca,occhio, mento, etc…) e con questo spostare il mouse sullo schermo del computer e anche di cliccare.
L’importanza di un’accurata valutazione delle capacità motorio-cognitive della persona è essenziale!
Solo così FaceMouse infatti può essere personalizzato nel modo più accurato possibile, dando la possibilità di muovere il mouse senza mani in modo preciso.
Fare parte dello staff di AIDA Onlus ti dà l’opportunità di conoscere tante persone, con patologie diverse, che, utilizzando FaceMouse, ne sono rimaste molto soddisfatte.
Uno strumento così adattabile alla persona è infatti quasi impossibile trovarlo.
L’innovazione è grande!
Bambini, adulti, anziani che riescono ad utilizzare il mouse senza mani, si sorprendono così nell’avere finalmente accesso al computer senza difficoltà o l’aiuto di qualcuno!
Tante e diverse sono le storie di vita che accompagnano FaceMouse.
Giovani che finalmente riescono a giocare al computer come tutti i loro coetanei… bambini che da un giorno all’altro, tramite questo software, riescono a salutare per la prima volta i propri genitori…
FaceMouse offre queste e altre infinite possibilità alle persone, come anche tutti gli altri ausili che AIDA Onlus offre da sempre a chi ne ha l’esigenza.
Professionalità e studio accurato sono alla base dell’ideazione e programmazione di FaceMouse e tuttora vengono mantenute e rinnovate quotidianamente.
Poter far muovere il mouse senza mani è stato l’obbiettivo iniziale, ma la progettazione di tanti altri software prosegue.
Con FaceMouse siamo venuti incontro a tanta gente e vogliamo continuare a farlo… e sempre meglio!
Parola di chi ha iniziato questa avventura 15 anni fa ed è ritornata a lavorare con AIDA solo ora, ritrovando lo stesso spirito ottimista e la stessa voglia di aiutare le persone!
Contattateci, anche per una videochiamata di conoscenza in WhatsApp.
Siamo a vostra disposizione
Per visitare ulteriori informazioni sugli ausili per disabili vai sul sito:
www.aidalabs.com
Email: info@aidalabs.com
Tel/whatsapp : 3338954485 – 3890596888
WhatsApp per disabili per Lisa
Pronta Lisa? Oggi parliamo proprio di te, dei tuoi 24 anni e del tuo bel viso simpatico!
Chi l’avrebbe mai detto che dopo quasi otto anni ci avresti ricontattato per richiederci un “WhatsApp per disabili” con cui poter finalmente contattare i tuoi amici ?!? Quando noi di AIDA Onlus ti siamo venuti a trovare la prima volta la motivazione di provare i nostri ausili, devi ammetterlo, forse non era delle più forti… e non ha di certo contribuito il fatto che il centro diurno che frequentavi non ti abbia aiutato adeguatamente in questo tuo percorso…
Nonostante ciò, oggi sei pronta a volerti impegnare e vediamo in te tanta voglia di comunicare con le persone che ti stanno accanto.
Purtroppo la tua tetraparesi ti ha limitata in tante cose, ma ora, vedendo gli amici e soprattutto tua sorella Alice che scrivono e parlano tra loro utilizzando i social, è scattata in te la motivazione per provare un nuovo ausilio per avere un “WhatsApp per disabili” che ti possa avvicinare a questo mondo.
E, cara Lisa, proprio con te in questi giorni, tramite videochiamate, stiamo lavorando per permetterti di contattare e sentire i tuoi più cari amici.
Visto che all’inizio facevi un po’ la “timidona”, abbiamo cercato di capire innanzitutto quali fossero i tuoi interessi … ed ecco la MUSICA!!!
Tramite un tuo tappetino giocattolo che utilizzavi come pulsante con la mano (e che simulava una batteria!), per darci conferma, sei riuscita a far partire o interrompere i brani che ti proponevamo.
Tra chitarre, trombe, violini, pianoforti… sorridevi e rispondevi correttamente toccando con la mano la tua pulsantiera al momento giusto.
Però, per poterti fornire un “WhatsApp per disabili” avevamo bisogno di individuare in te un movimento più preciso e intenzionale, con la mano non eri così reattiva. Così ti abbiamo chiesto di provare con il pulsantino rosso che già avevi sul poggiatesta e che utilizzavi col movimento del viso.
E’ andata molto meglio, brava Lisa!
Così le volte seguenti abbiamo simulato davvero messaggi e chiamate, grazie al prezioso aiuto della tua mamma Rita.
Ti ha proposto uno alla volta i messaggi vocali che ti avevano spedito i tuoi amici, tu hai premuto con la testa il pulsante e sei stata così in grado di decidere chi contattare. La mamma allora scriveva o chiamava davvero quella persona e tu riuscivi così a sentirle vicine a te.
Questa era ancora una simulazione, Lisa, ma presto il “WhatsApp per disabili” che ti stiamo preparando ti renderà indipendente e capace di contattare chi vorrai!
Nel frattempo continua così, esercitandoti anche con i quaderni che ti hanno costruito i tuoi famigliari, ad esempio per poter scegliere da sola cosa mangiare per colazione!
L’incontro con te Lisa ci ha permesso ancora una volta di riscontrare l’importanza della motivazione per i ragazzi disabili: senza di essa è quasi impossibile riuscire a trovare gli strumenti e l’ausilio giusto per poterli aiutare.
Qualcosa che li attiri e che li stimoli è necessario perché collaborino, altrimenti la loro disabilità può apparire a volte anche più grave di quello che sia nella realtà.
Grazie Lisa per averci ricontattato e dimostrato il tuo impegno! Il lavoro e gli esercizi da fare insieme saranno ancora tanti, ma confidiamo nella tua perseveranza e nella pazienza della tua mamma.
Salutaci tutti !
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JENNY, per lei un nuovo ausilio per DSA
Oggi vogliamo farvi conoscere Jenny, una vivacissima e simpaticissima bambina di 7 anni, che purtroppo secondo i medici ha una malattia degenerativa.
Nonostante ciò, in questi giorni, grazie ai nostri esercizi e ad un
ausilio per DSA che stiamo sviluppando, sta studiando e lavorando
in modo eccellente, regalando sorrisi e tanta soddisfazione a noi e alla sua mamma.
Ci è stata presentata circa un mese fa dalla sua insegnante di sostegno, la quale a suo tempo aveva già collaborato con noi e sperimentato con successo un altro nostro ausilio per DSA, FABULA, su un suo alunno, riuscendo a farlo studiare e comunicare in classe e a scuola come tutti i suoi compagni. Per questo motivo l’insegnante ci ha contattato e chiesto aiuto sia nella valutazione di Jenny, sia nel cercare di trovare una soluzione adatta a lei, per riuscire a farla lavorare correttamente in classe.
Mettendoci in contatto con la mamma di Jenny, siamo venuti a conoscenza della sua storia: i genitori avevano richiesto una valutazione al centro ausili della loro zona, dove gli avevano
consigliato un banco ergonomico, una tastiera espansa e un software utilizzato solitamente come ausilio per DSA, ma obbiettivamente complesso per un bambino.
Jenny, anche secondo l’insegnante, non riusciva comunque però a scrivere
correttamente con la penna e per questo sono intervenuti dubbi sul fatto che ne sarebbe stata mai in grado, o che il suo ritardo mentale fosse più grave del previsto.
Vedendo Jenny in videochiamata , data la distanza e il COVID, subito abbiamo invece capito che probabilmente con gli strumenti giusti potrà scrivere, leggere e studiare in modo paragonabile a tutti i suoi compagni. Davvero a volte basta solo concedere ad un bambino i mezzi giusti e i tempi adeguati per farlo sentire meno isolato di quanto già lo sia, in compagnia solo della sua disabilità.
Jenny da subito, col suo bel sorriso in videochiamata, ha sempre collaborato con noi, mostrandoci come sapeva scrivere al computer e leggere. Essendo praticamente una delle prime volte che utilizzava il PC, poteva apparire lenta, ma una valutazione del genere sarebbe semplicemente errata: abbiamo capito subito che era solo questione di esercizio, per lei monitor e tastiera erano ancora sconosciuti!
Non c’è stato bisogno di tastiera espansa, né del software complesso consigliato! Vedendo che teneva spinti i tasti poco più del dovuto e quindi scriveva male, è bastato cambiare un’impostazione di Windows e Jenny è riuscita correttamente.
Così, durante le nostre videochiamate, abbiamo intrapreso un percorso di esercizi con Jenny, iniziando a farla scrivere prima sotto dettatura, poi spontaneamente. Le abbiamo fornito schede da compilare, fumetti da riempire facendo parlare così i suoi personaggi preferiti. Esercizi di lettoscrittura e matematica ora Jenny li affronta senza paura, mettendocela tutta per migliorare sempre più. Tuttora anche a casa lavora in autonomia accompagnata dalla mamma e si esercita su schede che le forniamo settimanalmente.
Proprio conoscendo Jenny ci è venuto in mente di ideare un nuovo ausilio per DSA : un quaderno digitale che offre la possibilità di prendere APPUNTI VOCALI, di riascoltarli e in questo modo studiare e imparare in modo più agevole. Sappiamo che si rivelerebbe uno strumento importante per tanti ragazzi.
Con la storia di Jenny possiamo così avere l’evidenza che a volte basta poco ( in questo caso l’ausilio per DSA
giusto) per reinserire un bambino o un ragazzo nel suo percorso scolastico avendo evidenti risultati e soddisfazioni.
Grazie Jenny !
Per visitare ulteriori informazioni sugli ausili per disabili vai sul sito:
www.aidalabs.com
Email: info@aidalabs.com
Tel/whatsapp : 3338954485 – 3890596888
Nuovo puntatore oculare – sondaggio
Stiamo sviluppando un nuovo puntatore oculare, in aggiunta a CiaoMondo già in commercio da tempo, che sia in grado risolvere i problemi non ancora risolti da altri puntatori oculari.
Stiamo quindi in cerca di commenti e richieste da parte di chi già utilizza un puntatore oculare, oppure da chi vorrebbe utilizzare ma non riesce.
Al momento ha dato la sua collaborazione l’associazione ASAMSI pubblicando un articolo sul loro sito,
https://www.asamsi.org/news/notizie/l-ausilio-che-si-adatta-all-utente-e-non-viceversa.html
Potete collaborare anche voi scrivendoci: info@aidalabs.com
GRAZIE!
Stiamo sviluppando un nuovo , in aggiunta a CiaoMondo già in commercio da tempo, che sia in grado risolvere i problemi non ancora risolti da altri puntatori oculari.
Stiamo quindi in cerca di commenti e richieste da parte di chi già utilizza un , oppure da chi vorrebbe utilizzare ma non riesce.
Stiamo sviluppando un nuovo , in aggiunta a CiaoMondo già in commercio da tempo, che sia in grado risolvere i problemi non ancora risolti da altri puntatori oculari.
Stiamo quindi in cerca di commenti e richieste da parte di chi già utilizza un , oppure da chi vorrebbe utilizzare ma non riesce.
risolvere i problemi non ancora risolti da altri puntatori oculari.
Stiamo quindi in cerca di commenti e richieste da parte di chi già utilizza un , oppure da chi vorrebbe utilizzare ma non riesce.
Comunicare con gli occhi
Un altro esempio di come si può comunicare con gli occhi!
Alcuni giorni fa è venuto presso la nostra sede di Soliera un ragazzo di 20 anni, affetto da tetraparesi, nato in Bangladesh, venuto in Italia 6 anni fa con la mamma adottiva italiana, che vent’anni fa, giovanissima, è andata in Bangladesh come missionaria. Dopo averlo accudito nel suo paese, lo ha adottato e lo ha portato in Italia. Hanno vissuto inizialmente a Rimini e da poco si sono trasferiti in provincia di Reggio Emilia.
La mamma ha contattato AIDA, su consiglio della nuova ASL di riferimento, la ASL di Reggio Emilia, con la quale abbiamo collaborato in passato, per trovare un ausilio che permetta al ragazzo di comunicare ed imparare a leggere e scrivere in Italiano: infatti nonostante egli capisca tutto, sia nella sua lingua che in Italiano, non ha mai imparato a leggere e a scrivere perché a scuola è stato seguito poco, un po’ per la lingua e un po’ per la sua disabilità. Ora è in grado di comunicare con gli occhi solo il si e il no: per dire sì guarda verso l’alto, per dire no guarda verso il basso.
Il nostro nuovo amico, in passato a Rimini aveva provato con discreto successo un computer per comunicare con gli occhi, ma quando la mamma ha fatto domanda alla Asl per averlo, non potendo permettersi una spesa di circa 10.000 € (il nostro costa molto meno!), sono stati inviati per una valutazione alla ausilioteca di Bologna, ente riconosciuto al livello nazionale per questa attività. Essa ha espresso parere negativo per l’immediato utilizzo del puntatore oculare, consigliando anziché un ausilio comunicare con gli occhi l’uso di un pulsante ed un software a scansione, che però si è dimostrato lento e sottodimensionato rispetto alle capacità del ragazzo.
Al nostro incontro presso la nostra sede, con il ragazzo abbiamo iniziato le prove direttamente col nostro computer creato per comunicare con gli occhi e chiamato “CiaoMondo”, nonostante il suo evidente strabismo che di solito non aiuta; in ogni modo siamo partiti da questo, perché sia il controllo della testa che qualsiasi altro movimento del corpo risultava molto complicato da sfruttare. Lo strabismo ha impedito di raggiungere con lo sguardo tutte le zone dello schermo, ma posizionando opportunamente le caselle della nostra tastiera virtuale di Fabula Evo, il ragazzo è riuscito a sceglierle tutte abbastanza facilmente.
Lo abbiamo poi rincontrato una seconda a volta, pochi giorni dopo, a casa sua per completare la prova col puntatore oculare CiaoMondo, interrotta a causa di problemi fisici. Questa volta è andata ancora meglio della prima e la scelta del puntatore oculare CiaoMondo per comunicare con gli occhi, tramite Fabula Evo, si è confermata vincente!
Ci siamo lasciati con una bella notizia: la scuola ha affiancato al ragazzo una nuova insegnante di sostegno disponibile a collaborare per insegnargli a comunicare con gli occhi, a leggere e a scrivere.
Tablet per comunicare: FABULA infrangile!
Il tablet per comunicare FABULA infrangibile sbarca a Faenza!
Va al centro diurno “Libellula” della Cooperativa Kara Bobowski, grazie ad un contributo della Camera di Commercio!
La cooperativa Kara Bobowski è un’eccellenza del proprio territorio ed offre servizi per disabili,per l’infanzia, per i giovani che vivono in situazioni di emarginazione, con il lavoro dei propri operatori altamente motivati e giovani volontari provenienti da vari paesi europei.
Il progetto finanziato si chiama “Hi-Inclusion”: il tablet per comunicare FABULA Infrangibile, tabelle a schermo con foto personalizzate, sei mesi di affiancamento di AIDA agli operatori della Kara Bobowski… e tanta buona volontà di tutti, sono stati gli ingredienti del successo di questo progetto che ci auguriamo possa essere un esempio per tanti altri centri per disabili.
Infatti sono state tante le soddisfazioni e i risultati raggiunti, sia nell’utilizzo del tablet per comunicare stesso, sia nel suo inserimento all’interno delle attività quotidiane del centro. La chiave del successo del progetto è infatti stato proprio l’impegno profuso dalle operatrici del centro diurno nel garantire continuità all’utilizzo del tablet per comunicare FABULA infrangibile, in modo che i ragazzi prendessero confidenza con lo strumento e acquisissero pertanto maggiore abilità nel gestirlo. Si tratta perlopiù di persone con difficoltà ad usare le mani, lievi ma sufficienti da impedire l’utilizzo di un tablet ordinario, e che mostrano una carenza notevole dal punto di vista cognitivo, comportamentale e del linguaggio verbale (molti ragazzi non riescono a parlare).
Durante l’ultimo incontro di qualche giorno fa, il tablet per comunicare è stato usato ancora una volta da Simone e Gionathan con i ragazzi e le operatrici per consolidare quanto ottenuto nei mesi precedenti. E’ stato usato il software FABULA sul tablet con alcune tabelle simboliche appositamente preparate durante il progetto, con immagini che i ragazzi conoscono; la scelta avviene mediante il tocco direttamente sullo schermo e la sintesi vocale restituisce un riscontro sonoro della scelta effettuata.
Il progetto “Hi-Inclusion” è stato un successo grazie all’impegno di tutti, utenti e operatrici, che ha permesso che il tablet per comunicare FABULA infrangibile venisse utilizzato con regolarità, in modo che gli utenti lo identificassero come strumento attraverso il quale esprimere la propria opinione su determinate questioni a loro molto vicine. Inoltre il progetto ha permesso di sviluppare un maggior livello d’attenzione in diversi ragazzi e un miglioramento del loro comportamento.
Concluso il progetto resteremo in contatto con la Cooperativa Kara Bobowski per aggiornarci sui successivi sviluppi, in modo da poter garantire il nostro aiuto per migliorare ulteriormente il livello di comunicazione dei ragazzi, così come per insegnare ai nuovi utenti come usare il tablet per comunicare FABULA infrangibile.
Commento in Facebook:
Software di comunicazione si, ma carta canta
Software di comunicazione si, ma per Gerardo carta canta
Ieri, 6 settembre, io, Michael e Gabriele, siamo andati all’ospedale di Rivoli(TO) per il Sig.Gerardo, ultra settantenne malato di Parkinson ormai ad uno stadio molto grave. Infatti ci ha contattato il nipote Francesco perchè da qualche giorno Gerardo non riesce più ad esprimersi, quindi necessità di un software di comunicazione. Gerardo è per Francesco una persona molto importante, essendo stato per lui padrino al Santo Battesimo e Testimone alle sue Nozze.
All’incontro erano presenti la moglie, Sandra e la figlia di Francesco Anna, di 16 anni.
Gerardo è quasi immobile, accenna un sì con la testa ma si tratta di un gesto spesso impercettibile; in ogni modo ha confermato l’interesse di provare a comunicare tramite un software di comunicazione, per cui abbiamo preparato la postazione del nostro puntatore oculare CIAOMONDO. Già dalle prime fasi della calibrazione del sistema, seppur semplice e molto breve, si sono rivelate molte difficoltà per Gerardo, che non riusciva a tenere gli occhi aperti per più di qualche secondo. Abbiamo provato quindi una tabella a schermo di comunicazione di FABULA Evo, utilizzando una calibrazione preimpostata, Gerardo è riuscito ad indicare con gli occhi qualche casella, però con molto fatica, troppa per pensare di arrivare ad utilizzare il puntatore oculare come un software di comunicazione efficiente.
Siamo quindi passati alla carta, per rendere il tutto più semplice sia per Gerardo che per la moglie Sandra. In un foglio abbiamo riprodotto una griglia di lettere in cui per comunicare si simula una scansione: Sandra indica ad una ad una ogni riga con il dito, Gerardo chiude gli occhi per dare conferma della riga in cui è presente la lettera che vuole scegliere, dopodichè Sandra inizia ad indicare ad una ad una ogni lettera presente sulla riga e Gerardo chiude gli occhi per confermare la lettera da scrivere. In questo modo Gerardo riesce a comunicare con la moglie, che è sempre accanto a lui, qualche parola.
Terminato tutto il lavoro di valutazione, si è scoperto che Gerardo aveva la febbre alta, quindi le prove sicuramente sono state alterate.
A volte è più efficace un ausilio di comunicazione cartaceo anzichè un software di comunicazione: in questo caso età e patologia di Gerardo ed età della moglie hanno reso molto complesso l’utilizzo del computer.
Dal Corriere della Sera
3 aprile 2017
Il ‘guerriero’ disabile che costruisce le protesi per gli altri
di Marta Ghezzi
MILANO – Simone Soria è un ingegnere informatico. Classe 1979, vive alle porte di Modena. Nel suo studio arrivano bambini, ragazzi, uomini e donne in là con gli anni. Disabili gravi e gravissimi. Arrivano da tutta Italia con una valigia piena di sogni spezzati e tante aspettative. Soria li visita nel suo originalissimo modo. Scruta i loro movimenti. Quelli visibili, ampi, ristretti, incontrollabili, e quelli che solo un occhio allenato riesce a cogliere. Non ha mai fretta, si concede tempo.
Ogni volta è una nuova storia, «le disabilità sono diverse una dall’altra, anche solo impercettibilmente», dice, «ed è importante non perdere neppure la più invisibile capacità residua». Per avere un quadro ancora più preciso, parla con genitori e parenti. Ascolta i loro racconti, le difficoltà, mai dimenticando che anche chi vive a stretto contatto con il disabile potrebbe non avere gli strumenti per riconoscere le sue potenzalità. «Una volta ho scoperto un bambino che conosceva l’alfabeto e i suoi non se ne erano mai accorti», rivela.
La visita serve a individuare l’ausilio tecnologico più adatto alle esigenze di ogni persona.Per costruirle un software su misura, come un abito. Un abito-computer per comunicare: parlare, scrivere, navigare in rete, giocare, gustare la vita. Nei casi più invalidanti procede per tentativi, una prova dopo l’altra, inserendo di continuo minime variazioni. Senza arrendersi. «Cerco di andare al di là delle diagnosi mediche e dei pregiudizi, senza escludere a priori alcuna ipotesi». Soria capisce al volo chi è chiuso in un mondo senza porte per l’esterno. Da uno sguardo, un gesto, una lacrima. Non è solo genialità professionale, e neppure solo intuito o sensibilità. L’ingegnere è affetto da tetraparesi spastica. Una leggerezza dei medici lo ha inchiodato a una sedia a rotelle. Oltre a non camminare, non riesce a usare le mani e articola le parole con difficoltà. «Farfuglio e non è facile capirmi».
Una strada in apparenza segnata.E invece, come i grandi sportivi Alex Zanardi e Bebe Viola, anche Soria è un guerriero. Un grande resiliente, capace di parare i colpi più avversi della vita trasformandoli in occasioni di crescita,in avventure. Obiettivo dopo obiettivo. «I traguardi sono sempre stati nuovi punti di partenza», confessa. Una vita comunque non facile. In salita fin dalla nascita. Il banco adattato in prima elementare, «la conquista che mi ha permesso di stare in mezzo agli altri»;