
Un’alternativa alla comunicazione facilitata per Matteo
Ieri abbiamo visto Matteo, leone senza coraggio!
Vi ricordate il leone del mago di Oz?
Beh, Matteo gli assomiglia, anche come aspetto.
Matteo ha tratti autistici, è molto alto, biondo ed ha 22 anni: ha molte difficoltà a comunicare con le persone, sia per la sua patologia, sia per l’età adolescenziale. Non può esprimersi verbalmente e riesce a comunicare i propri pensieri solo “tramite” la mamma, con la comunicazione facilitata, digitando sul cellulare: è velocissimo! Dopo un po’ di tempo passato con lui mi sono convinto che, in effetti, sia lui stesso a digitare le parole nonostante la sua mano sia sostenuta dalla mamma; però capisco come chi non conosce bene la comunicazione facilitata e non ha molta esperienza possa dubitare di ciò.
E anche a Matteo questo è chiaro, infatti è la sua preoccupazione maggiore in ambito scolastico.
Matteo infatti è entrato dicendo: << Non so fare nulla senza la mamma e non sarò mai autonomo! Sono un po’ pigro, ma è soprattutto a causa della sua disabilità>>.
Da noi, quindi, cerca un ausilio di comunicazione e un metodo in grado di renderlo più autonomo e meno dipendente dalla comunicazione facilitata e dalla mamma.
Una volta superato le paure e le scetticismo iniziale di Matteo, come primo esercizio gli ho chiesto di scrivere su una tastiera standard per computer, prima con la comunicazione facilitata, poi in autonomia, copiando una parola prefissata (mi ha detto infatti, tramite cellulare, che da solo è in grado di copiare, ma non di esprimere i suoi pensieri).
Dopo qualche minuto: <<Matteo ha copiato da solo una parola per la prima volta. “Miracolo”! >>, esclama la mamma entusiasta e da Matteo stesso, che erano felicissimi.
Matteo ha già un tablet, ma su cui non riesce a digitare da solo, quindi gli ho chiesto il motivo, la differenza tra tastiera del tablet e tastiera fisica. Sempre digitando sul cellulare con la comunicazione facilitata, mi ha risposto che la differenza sta nel feedback durante la pressione dei tasti: il pulsante fisico lo sente abbassare, mentre il tasto virtuale non dà nessun riscontro.
Quindi abbiamo provato KeyClickerTAB con il feedback sonoro e la tastiera virtuale qwerty (rigorosamente qwerty, altrimenti Matteo <<si sente diverso!>>). Visto che ogni lettera scelta viene pronunciata ad alta voce da KeyClickerTAB, Matteo è riuscito a scrivere un paio di parole anche senza comunicazione facilitata.
<<Altro miracolo!>>
Matteo è entrato dicendo: <<Non so fare nulla>> ed è uscito affermando: <Questa tastiera virtuale mi piace e mi può rendere autonomo dalla comunicazione facilitata, quindi mi impegno e ti torno a trovare tra qualche mese per farti vedere come sono migliorato>.
Il leone ha ritrovato un po’ di coraggio e di fiducia!